Presento alcune riflessioni sui Cuori di Gesù e di Maria, come appaiono da un triduo scritto dal Beato Gaetano Errico.
Premesso che nelle sue prediche sui Sacri Cuori di Gesù e di Maria si notano una profonda conoscenza della Bibbia e dei Padri della Chiesa, da lui citati in continuazione, la centralità della devozione ai Sacri Cuori nel suo ministero sacerdotale e l’amore filiale, fino alla tenerezza, per la Vergine Maria, il Cuore di Gesù è presentato come la fonte, dove si trovano sempre acqua e salute, la causa della salvezza, la medicina per guarire dal peccato, il trionfatore sull’inferno, il rifugio dalle insidie del maligno, la via sicura, che porta alla salvezza.
Dalla ferita del Cuore sgorgano la fede ed i sacramenti, che sono il fondamento ed il sostentamento della Chiesa, ed un fiume di sangue ed acqua, che irriga e feconda la fede della Chiesa, in mezzo alla quale Dio ha piantato il Cuore di Gesù, come l’albero della vita nel paradiso terrestre.
L’impegno che il Beato pone nel predicare ed inculcare la devozione al S. Cuore di Gesù indica la sua convinzione che “coloro che metteranno la bocca a quella ferita, dove l’acqua non manca mai, non avranno più sete degli avvelenati piaceri e non andranno più dietro alle mondane mode, ma dimentichi di se stessi, penseranno solo ad amare l’amabilissimo Cuore di Gesù”.
Secondo lui, la lancia del soldato non squarcia il Cuore, ma l’apre. Ciò significa che la ferita, prima di essere fatta dal ferro nemico, è prodotta dall’amore di Cristo per l’uomo, fin dall’incarnazione.
La risposta che il Beato sollecita è di mettere il S. Cuore di Gesù “come suggello sul proprio cuore, per cui resta dichiarato che tutti i pensieri siano diretti a riconoscere come padrone il santissimo Cuore di Gesù”. Perciò esorta: “Dunque, estirpate dai vostri petti i cuori libidinosi e mettete il castissimo Cuore di Gesù Cristo e se non potete farlo da voi, attingete l’acqua, ossia domandate aiuto, portatevi ai piedi della sua SS. Madre Maria e pregatela con le amare lacrime, perché v’introduca insieme a lei nel profondo del cuore di Gesù Cristo”.
Nel pensiero del Beato il Cuore di Gesù è il centro per il quale passa l’amore di Dio per l’uomo e l’uomo può arrivare a Dio.
Nelle prediche sul Cuore di Maria, Maria è la donna, che Dio sceglie per contrapporla alla donna Eva nel “fracassare il capo superbo del nemico infernale, senza che questo le possa in eterno mordere il calcagno” e, per farne il Cuore, Egli “adopera tutta la potenza del suo braccio”. Quindi l’unisce a sé “fino a mutare la vita di Maria nel suo vivere e fare che il suo vivere sia la vita di Maria” e la destina alla grande impresa della redenzione dell’uomo.
Maria Vergine, figlia, sposa e madre, è il capolavoro della SS. Trinità, che, dopo averla fatta tutta bella ed immacolata, la colloca sul primo seggio nella città dei santi e poco distante dalla sua Maestà. Per cui gli uomini si sentono incapaci a capire e gli angeli stupiti si domandano: “Chi è Costei che ascende da una terra piena di tribolazioni e spine, colma di ogni virtù ed appoggiata alla destra del suo Diletto?” È Maria, la primogenita, che ama il suo Signore da primogenita. Il Beato per spiegare questo rapporto preferenziale della Trinità con Maria Vergine riprende le parole appassionate del libro del Cantico dei Cantici: “Lo sposo divino scarica il vastissimo fiume della grazia in piena corrente nel Cuore di Maria, che glielo ridona: il mio Diletto è per me ed io per Lui”.
Il Cuore di Maria è il ricettacolo dell’amore di Dio, dove “s’aggiunge sempre nuova fiamma alle fiamme dell’amore”, fino a farlo bruciare d’amore per lo Sposo anche nel sonno: “Mentre il dolce sonno chiude gli occhi a Maria, la carità più forte del fuoco stesso fa vegliare il suo Cuore: io dormo, ma il mio cuore veglia”.
L’amore del Cuore di Maria è al massimo “sulla cima del Golgota, dove si vede il Figlio e la Madre, il Figlio penare e la Madre patire, il Figlio morire e la Madre svenire. Su questo monte conoscete sicuramente a quanto giunse l’amore del Cuore di Maria”.
Maria è la scala di Giacobbe, per cui il suo amore di Madre prima sale al cielo e poi scende per inondare e fecondare la terra. Ella, infatti, non si dimentica del figlio che il Figlio le ha dato e lo soccorre nelle miserie, nei pericoli, nei dubbi, nelle debolezze, nel peccato. Un’attenzione particolare riserva ai lontani, che circonda con diligenza ed attenzione, finché non giunge a riconciliarli con il Figlio.
Il Cuore di Maria è aperto a tutti: malati, poveri, rozzi, scienziati, giusti e peccatori, ed estende ovunque la sua materna misericordia.
Leggendo le prediche del Beato Errico sui Sacri Cuori si capiscono la sua passione per la salvezza dell’uomo e la sua preferenza per gli ultimi ed i peccatori: prima di lui l’hanno fatto Gesù e Maria.
Nel suo pensiero i Sacri Cuori di Gesù e di Maria sono, allora, la sintesi del mistero della salvezza, nel duplice verso, discendente ed ascendente. Il Cuore di Cristo è il movimento discendente. Infatti, Egli è tutto teso verso l’uomo, anzi si fa uomo, per dire all’uomo che Dio è Padre e lo ama; il Cuore di Maria è il ritorno a Dio, scoperto come l’unico veramente degno di essere amato, lodato e glorificato da ogni creatura. Il Cuore di Cristo è la parola d’amore del Padre all’uomo, il Cuore di Maria è la risposta dell’umanità a Dio.
Il Beato usa molto il linguaggio del cuore nel parlare all’uomo perché, da buon conoscitore dell’animo umano, sa che la vera conversione incomincia dal cuore. E, siccome i Sacri Cuori sono la parola più convincente e toccante, alla quale difficilmente si può resistere, il Beato non si stanca di mostrali come la strada per ritornare al cuore del Padre.
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