Da Gaetano i secondiglianesi avevano imparato a ricorrere con fiducia a Maria Addolorata in ogni circostanza, perciò a Lei vollero ricorrere quando si cominciò a temere per la sua vita.
Il 15 Ottobre 1860, dopo il discorso su S. Teresa, febbricitante, era stato costretto a pren-dere il letto.
Da febbre reumatica, il suo male si trasformò in congestione polmonare e, negli ultimi giorni, cerebrale.
Il popolo visse quei giorni tra alterne speranze. Si pregò molto per la sua guarigione, si praticarono penitenze, e qualche padre di famiglia giunse ad offrire la propria vita in sosti-tuzione della sua, ritenuta necessaria per il paese.
La mattina dei 29 ottobre, quando si conobbe che gli avevano amministrati nel giorno pre-cedente gli ultimi Sacramenti, si volle strappare al Cielo un miracolo portando, in proces-sione di penitenza, le immagini dell’Addolorata e dei Protettori, per le vie del paese. Dal suo letto, Gaetano sentì provenire dalla strada preghiere, canti e gemiti.
Che succede? chiese.
Portano in processione la Madonna e la pregano per la vostra guarigione.
Fate che torni la Madonna, disse fate che torni la Madonna. Se Essa non ritorna, non me ne posso andare.
La Madonna tornò. A quanti vollero baciargli la mano per l’ultima volta, suggeriva come ultimo ricordo, la sua abituale giaculatoria: “Mamma mia, fammi santo, presto santo, grande santo”.
Erano da poco passate le ore 10 antimeridiane dei 29 ottobre quando baciando le imma-gini dei Crocifisso e dell’Addolorata, se ne partiva. Ma lasciava ai suoi compaesani e Figli spirituali, una Mamma: l’Addolorata.
Ed essi, accogliendo il suo dono, in tutti i bisogni della vita e nelle ore oscure della loro storia, la invocarono e ne sperimentarono la valevole protezione.
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