Il 6 luglio 2007 il Papa Benedetto XVI ha autorizzato la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi alla promulgazione del decreto con il quale si riconosce il miracolo per la canonizzazione del Beato Gaetano Errico. La Chiesa di Napoli, la Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori, fondata dal Beato, il quartiere di Secondigliano esultano per la notizia e rendono grazie a Dio, che in un momento particolare per la città e, specialmente, per il quartiere Secondigliano, fa apparire nel cielo di Napoli un segno di speranza per tutti coloro che ogni giorno sono impegnati a “riorganizzare la speranza”.
Il Beato Gaetano Errico lottò con tutte le sue forze per migliorare il tenore di vita del suo paese. Si batté per la verità, l’educazione e la formazione della sua gente, il bene comune, la legalità, la moralità, l’aiuto ai bisognosi; egli non sapeva cosa significasse arrendersi. Neanche il rischio per la vita lo fermava. Visse per la sua gente e tra la sua gente e quando fondò l’Istituto religioso lo fece per servire e soccorrere la sua gente. Gaetano Errico è un santo napoletano doc, essendo nato, vissuto e morto a Secondigliano. Ha fatto sempre capolinea a Secondigliano, anche quando si allontanava per la predicazione, che con la confessione, è stata la sua passione ed il suo carisma. Gaetano Errico prima di essere un innamorato dell’uomo, è un innamorato perduto di Dio. Quando parlava non sapeva che parlare di Lui. Portava nel cuore un’ esperienza maturata profondamente nelle lunghe ore di adorazione notturna, dopo intense giornate di fatiche apostoliche: Dio è amore e bruciava dal desiderio di compartirlo a tutti, specialmente ai poveri di cuore, ossia a quanti non hanno amore. Le sue parole, cui faceva seguire le opere, rivelavano la sua passione per Dio e la gente gli credeva, perché vedeva i fatti. A sentirlo s’incantava, i cuori più duri non resistevano e le ceste si riempivano delle armi dei “malamenti”. A qualcuno, che era stato assoldato per farlo zittire una buona volta e per sempre, riservò due braccia larghe, come il suo cuore, e gli disse: vieni al padre tuo. E quel poveretto si sentì mozzare il fiato per il forte abbraccio. Gaetano Errico è il missionario dell’amore dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Questa non è una novità. La novità, invece, consiste nel come lo fa: ci metteva il cuore e al cuore l’uomo non resiste, per cui vengono dai paesi vicini e lontani, per ascoltare il prete che, quando parla, si infiamma tanto da sembrare che vada in estasi. Senza fare sfoggio di belle parole, annunciava la Parola di Dio sempre, perché gli premeva che la gente la conoscesse per poter vivere bene. Gaetano Errico, come santo, arriva oggi perché abbiamo bisogno di chi, come lui, ci parli di misericordia piuttosto che di giudizio, e al fratello bisognoso doni un sorriso, un piatto caldo, un lavoro onesto, un appoggio, una pacca sulla spalla, un sostegno morale e materiale, un cuore ed anche la vita. Egli arriva oggi per incoraggiare i pastori di anime, perché non si stanchino di ricercare le pecore perdute, senza accontentarsi di aspettarle, e di praticare, insieme all’amministrazione dei sacramenti ed all’annuncio della Parola, l’amore verso le vedove, gli orfani, i carcerati, i malati e i bisognosi di ogni genere.
Gaetano Errico ritorna oggi per invitare la gente a ritornare al Cuore, che per lui, innanzitutto, significa convertirsi a Dio, origine, centro e culmine della vita umana, e riconoscere il Cuore di Cristo e quello a lui più somigliante, il Cuore immacolato di Maria, come la scuola dove imparare ad amare; il luogo dove chiudere il proprio cuore al riparo dalle tentazioni: “Come gli uccelli si ritirano nei forami delle pietre ed ivi sono sicuri dalle insidie e dalle rapaci unghie dei cacciatori, così le anime che si ritirano nel forame del Cuore di Cristo sono sicure dalle insidie del diavolo”; il porto, dove rifugiarsi: “Noi peccatori per la ferita del Cuore di Cristo possiamo entrare nel porto della salute”; la fonte, dove cercare l’acqua della salute: “Correte alla fonte del Cuore di Cristo, perché vi troverete acqua e salute”. Ed in tutto, come lui, ad avere fiducia ed umiltà: “Ritornate, peccatori, ritornate. Ritornate con cuore contrito. Gesù è quel pietoso divino pellicano, che farà scorrere dalla ferita del suo Cuore divino sopra le nostre anime il suo sangue prezioso. Ritornate con cuore contrito ed umiliato, perché egli non vi disprezza. Convertitevi a Lui, perché egli si convertirà a voi”. A chi di noi si sentisse scoraggiato per i troppi peccati egli suggerisce di presentarsi prima dalla Vergine Maria: “Portatevi ai piedi della Madre Maria e pregatela perché vi introduca insieme a Lei nel profondo delCuore di Gesù Cristo”. Questa sua insistenza manifesta la convinzione che la storia dell’uomo si gioca nel cuore e che solo l’amore tenero e misericordioso del Cuore di Cristo unito a quello materno di Maria Vergine sono capaci di conquistarlo. Concludendo, potrei dire che per don Gaetano l’attività apostolica ha bisogno di cuore, di un cuore, che sia acceso dello stesso amore dei Sacri Cuori, come scrive nelle Regole del suo Istituto religioso: “Far conoscere ai popoli tutti l’ardentissimo amore dei Sacri Cuori verso di noi e accendere nel cuore degli uomini il santo divino Amore è il fine primario del nostro Istituto”, ma prima è necessario che il congregato “abbrucia di questo Amore”. E questo vale per tutti, sacerdoti, religiosi e laici.
Gaetano Errico e la sua gente sono un binomio inscindibile, che neanche la morte è riuscito a scomporre. Infatti i suoi resti mortali riposano da sempre nella Chiesa dell’Addolorata, da lui fatta costruire per volere divino, e la sua gente non ha mai smesso di recarsi alla sua tomba, come testimonia anche l’evento prodigioso della gravidanza insperata, in cui la preghiera insistente e persino importuna di un uomo semplice ha sortito un effetto miracoloso. Ora ci auguriamo che l’“apostolo della misericordia” e il “martire del confessionale”, come l’ha chiamato Giovanni Paolo II nella beatificazione, sia conosciuto in Italia e nel mondo e che il suo messaggio dell’amore misericordioso dei Sacri Cuori arrivi ad ogni uomo. Inoltre speriamo che diventi realtà l’auspicio di uno dei teologici che hanno studiato l’evento prodigioso:
“Il Beato Gaetano Errico è un napoletano verace, nato e morto a Secondigliano, quartiere oggi tragicamente noto per efferati fatti di cronaca. Come sovente capita di constatare, il Signore si diverte a suscitare fiori di santità anche tra i rovi. Siamo certi che la canonizzazione dell’Errico potrà giovare notevolmente alla promozione spirituale e sociale di quest’area ricca di fede e risorse umane, ma bisognosa di segni tangibili di speranza”. Con la canonizzazione di Gaetano Errico il “segno di speranza” è apparso, spetta, ora, a noi saperlo leggere e seguirne le indicazioni per attualizzare la speranza. Gli eventi capitati per la beatificazione e, a distanza di cinque anni, la canonizzazione ci incoraggino in questo difficile impegno, confidando nell’intercessione del prossimo santo, che prima di morire aveva promesso:
“Figli miei, vi lascio con il corpo, ma il mio spirito sarà sempre con voi” e ci spronino, camminando sulle sue orme, a continuare la sua opera apostolica di dare amore a chi non ce l’ha e a far conoscere il “santo” di Secondigliano, il quale per dare amore spese tutta la sua vita.
P. Luigi Toscano
Postulatore Generale
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